Codici o eidotipo?

Usare i codici è semplice e veloce. 

E oggi tutti utilizziamo strumenti e software in grado di gestirli.

Una volta rientrare in ufficio ed aprire il dxf del rilievo direttamente con il cad sarebbe stato un sogno. Oggi è possibile. 

Anni fà battere i punti non era facile e ci voleva tempo. 

Immaginate di dover fare con teodolite e stadia l’ultimo rilievo che avete portato a casa. Un incubo. lo so.

Oggi battere un punto, registrarlo, trasferirlo al pc ed elaborarlo e solo questione di tasti. A seconda della combinazione di hardware e software che utilizziamo ce ne servirranno di più o di meno.

Un tempo si partiva portando a spasso una stadia al posto del nostro prisma preferito. Poi si facevano le letture ai cerchi e sulla stadia scrivendo a mano i dati sulle tabelle di rilievo. E poi c’erano i calcoli ed il disegno.

Il numero di punti battuti era il minimo indispensabile. per forza. Gran parte del lavoro erano misure dirette riportate sull’eidotipo; misure che potevano essere gestite più facilmente. 

Oggi si fa prima a battere un punto che a prendere una misura con la rotella.

Buona parte dei dati presenti nel tradizionale eidotipo oggi possono quindi essere gestiti un via elettronica.

Anche molte delle informazioni necessarie a determinare punti non accessibili possono andare direttamente nel file di rilievo.

Ma ci sono situazioni che non possono essere gestite esclusivamente con i codici. A volte uno schizzo che spiega come unire i punti battuti è indispensabile, magari limitandolo alle zone più complesse del rilievo.

Alla fine forse ci vogliono entrambi: una codifica ottimale del rilievo integrata dal maggior numero possibile di misure dirette acquisite ci dà un’alta sicurezza nei dati e un buona velocità di restituzione. Un eidotipo ben fatto ci permettere di risolvere tutte quelle ambiguità che non possono essere risolte solo con i codici.